Mi ricordo di una vecchia frase tramandata dalla mia bis-nonna alla mia mamma..."Quando ti senti triste fai qualcosa con le mani". Sembra banale e inutile. Invece, in alcuni periodi, si rivelò come l'unico vero consiglio di cui avessi bisogno. Non importa in cosa preferisci convogliare le tue energie, basta che le usi per trasformare qualcosa.
Sono una drogata, sì, di dolci, mi tirano su per quel breve istante in cui li sciolgo in bocca, ma dopo poco risale il bisogno. Venero il cioccolato.
Una triste sera, grigia e spenta, mi ritrovai a fissare il frigo vuoto (al tempo non ero ancora vegan): lo sportello ospitava soltanto un uovo ed una noce di burro (credo mi stesse supplicando di squagliarla pur di non rimanere chiusa lì dentro, in compagnia di un invitante spicchio di cipolla essiccato al suo fianco).
Così presentai loro altri amici di cucina: veli di cacao, farina e zucchero. Quella sera danzarono e si fusero in una dolce miscela.
Mai avrei creduto di poter trasformare l'opaca desolazione della mia credenza in un soffice muffin dal cuore cremoso. Non fu soltanto la sensazione di avere il paradiso tra le labbra a farmi ritornare il sorriso, ma la soddisfazione di averlo creato, di aver fatto sbocciare un fiore tra un cumulo di letame.
E' d'allora che le mie mani non hanno più smesso di dirigere le danze.
Ora socchiudo gli occhi e vedo colorato, denso, tangibile.
E così un rotolo di carta igienica finito si è trasformato in un organizer per i cavi elettrici, il barattolo di ceci in un portapenne, il brik del succo di frutta in un portamonete, un quotidiano in un mazzolin di fiori.
Spero potrete ammirare questa metamorfosi anche dentro di voi.
D.
Sono una drogata, sì, di dolci, mi tirano su per quel breve istante in cui li sciolgo in bocca, ma dopo poco risale il bisogno. Venero il cioccolato.
Una triste sera, grigia e spenta, mi ritrovai a fissare il frigo vuoto (al tempo non ero ancora vegan): lo sportello ospitava soltanto un uovo ed una noce di burro (credo mi stesse supplicando di squagliarla pur di non rimanere chiusa lì dentro, in compagnia di un invitante spicchio di cipolla essiccato al suo fianco).
Così presentai loro altri amici di cucina: veli di cacao, farina e zucchero. Quella sera danzarono e si fusero in una dolce miscela.
Mai avrei creduto di poter trasformare l'opaca desolazione della mia credenza in un soffice muffin dal cuore cremoso. Non fu soltanto la sensazione di avere il paradiso tra le labbra a farmi ritornare il sorriso, ma la soddisfazione di averlo creato, di aver fatto sbocciare un fiore tra un cumulo di letame.
E' d'allora che le mie mani non hanno più smesso di dirigere le danze.
Ora socchiudo gli occhi e vedo colorato, denso, tangibile.
E così un rotolo di carta igienica finito si è trasformato in un organizer per i cavi elettrici, il barattolo di ceci in un portapenne, il brik del succo di frutta in un portamonete, un quotidiano in un mazzolin di fiori.
Spero potrete ammirare questa metamorfosi anche dentro di voi.
D.