"Intelligenza ecologica" di Daniel Goleman
La salvaguardia dell’ambiente è una questione di ideologia?
No.
Un problema di comportamento?
Nemmeno.
È un’emergenza cognitiva che minaccia tutti.
Solo l’evoluzione del cervello verso l’intelligenza ecologica
può salvare la specie umana.
E’ più dannoso per l’ambiente usare un bicchiere di carta o uno di plastica? Stappare una bottiglia di vino arrivata dalla Francia via terra o dalla Spagna via mare? La risposta non è mai ovvia, e spesso l’acquisto “verde” è un miraggio: i pomodori “prodotti localmente” a Montreal, in Canada, vengono selezionati in Francia, crescono in Cina e germogliano in Ontario prima di arrivare nelle serre del Quebec. Su ogni oggetto che compriamo è nascosto un “cartellino del prezzo” aggiuntivo: sono i costi che paga il pianeta, e quindi la nostra salute. Ma ci è impossibile valutarli correttamente, perché non ce ne accorgiamo: il nostro cervello non è attrezzato per farlo. Non basta quindi un’informazione trasparente per diventare i consumatori consapevoli di un mercato ecosostenibile. Occorre un radicale cambiamento cognitivo, che ci permetta di reagire a una vernice al piombo con la stessa istintiva percezione di pericolo che da millenni proviamo alla vista di un predatore.
Daniel Goleman, il massimo esperto delle varietà di intelligenza che ci consentono di migliorare la nostra vita, introduce con questo libro un concetto rivoluzionario: la cura per l’ambiente non è un movimento o un’ideologia, è il nostro prossimo gradino evolutivo. È l’intelligenza ecologica, da sviluppare come specie, non come individui, indispensabile per affrontare sfide troppo complesse per vincerle da soli. Perché l’uomo è un animale con una nicchia ecologica particolare da salvaguardare. L'intero pianeta Terra.
Fonte: Rizzoli
Consiglio anche tra i suoi libri: "Intelligenza emotiva" e "Intelligenza sociale"
No.
Un problema di comportamento?
Nemmeno.
È un’emergenza cognitiva che minaccia tutti.
Solo l’evoluzione del cervello verso l’intelligenza ecologica
può salvare la specie umana.
E’ più dannoso per l’ambiente usare un bicchiere di carta o uno di plastica? Stappare una bottiglia di vino arrivata dalla Francia via terra o dalla Spagna via mare? La risposta non è mai ovvia, e spesso l’acquisto “verde” è un miraggio: i pomodori “prodotti localmente” a Montreal, in Canada, vengono selezionati in Francia, crescono in Cina e germogliano in Ontario prima di arrivare nelle serre del Quebec. Su ogni oggetto che compriamo è nascosto un “cartellino del prezzo” aggiuntivo: sono i costi che paga il pianeta, e quindi la nostra salute. Ma ci è impossibile valutarli correttamente, perché non ce ne accorgiamo: il nostro cervello non è attrezzato per farlo. Non basta quindi un’informazione trasparente per diventare i consumatori consapevoli di un mercato ecosostenibile. Occorre un radicale cambiamento cognitivo, che ci permetta di reagire a una vernice al piombo con la stessa istintiva percezione di pericolo che da millenni proviamo alla vista di un predatore.
Daniel Goleman, il massimo esperto delle varietà di intelligenza che ci consentono di migliorare la nostra vita, introduce con questo libro un concetto rivoluzionario: la cura per l’ambiente non è un movimento o un’ideologia, è il nostro prossimo gradino evolutivo. È l’intelligenza ecologica, da sviluppare come specie, non come individui, indispensabile per affrontare sfide troppo complesse per vincerle da soli. Perché l’uomo è un animale con una nicchia ecologica particolare da salvaguardare. L'intero pianeta Terra.
Fonte: Rizzoli
Consiglio anche tra i suoi libri: "Intelligenza emotiva" e "Intelligenza sociale"
Danza incosciente: danza con gli alberi
La musica più naturale che ci sia, direi :)
Dillo pure che sei offeso
da chi distrugge un entusiasmo
da chi prende a calci un cane
da chi è sazio e ormai si è arreso
da tutta la stupidità
chi si offende tradisce il patto
con l'inutile omertà
rimane senza la protezione
del silenzio, dell'assenso
del "tanto dobbiamo sopravviverci
qui dentro"
Quando vivere diventa un peso
quando nei sondaggi il tuo parere
non è compreso
quando dire amore diventa sottinteso
quando la mattina davanti al sole
non sei più sorpreso
Offeso
Dillo pure che sei offeso
dalle donne che non ridono
dagli uomini che non piangono
dai bambini che non giocano
dai vecchi che non insegnano
se hai qualcosa da dire dillo adesso
non aspettare che ci sia un momento
più conveniente per parlare
Quando vivere diventa un peso
quando nei sondaggi il tuo parere
non è compreso
quando dire amore diventa sottinteso
quando davanti al sole la mattina
non sei più sorpreso
dillo pure che sei
offeso
da chi distrugge un entusiasmo
da chi prende a calci un cane
da chi è sazio e ormai si è arreso
da tutta la stupidità
chi si offende tradisce il patto
con l'inutile omertà
rimane senza la protezione
del silenzio, dell'assenso
del "tanto dobbiamo sopravviverci
qui dentro"
Quando vivere diventa un peso
quando nei sondaggi il tuo parere
non è compreso
quando dire amore diventa sottinteso
quando la mattina davanti al sole
non sei più sorpreso
Offeso
Dillo pure che sei offeso
dalle donne che non ridono
dagli uomini che non piangono
dai bambini che non giocano
dai vecchi che non insegnano
se hai qualcosa da dire dillo adesso
non aspettare che ci sia un momento
più conveniente per parlare
Quando vivere diventa un peso
quando nei sondaggi il tuo parere
non è compreso
quando dire amore diventa sottinteso
quando davanti al sole la mattina
non sei più sorpreso
dillo pure che sei
offeso
Aiutami a ritrovare l’interesse
per le piccole cose
che sono alla base di tutte le promesse
del futuro che cresce,
perché sono le sfumature
a dare vita ai colori
e a farci tornare in mente
le cose più pure
dei giorni migliori.
Non ci sono percorsi più brevi da cercare
c’è la strada in cui credi
e il coraggio di andare
per le piccole cose
che sono alla base di tutte le promesse
del futuro che cresce,
perché sono le sfumature
a dare vita ai colori
e a farci tornare in mente
le cose più pure
dei giorni migliori.
Non ci sono percorsi più brevi da cercare
c’è la strada in cui credi
e il coraggio di andare
società, sei una razza folle
spero che tu non sia sola, senza di me
società, pazza e profonda
spero che tu non sia sola, senza di me
spero che tu non sia sola, senza di me
società, pazza e profonda
spero che tu non sia sola, senza di me
"Se niente importa." Jonathan Safran Foer
Jonathan Safran Foer, da piccolo, trascorreva il sabato e la domenica con sua nonna. Quando arrivava, lei lo sollevava per aria stringendolo in un forte abbraccio, e lo stesso faceva quando andava via. Ma non era solo affetto, il suo: dietro c'era la preoccupazione costante di sapere che il nipote avesse mangiato a sufficienza. La preoccupazione di chi è quasi morto di fame durante la guerra, ma è stato capace di rifiutare della carne di maiale che l'avrebbe tenuto in vita, perché non era cibo kosher, perché "se niente importa, non c'è niente da salvare". Il cibo per lei non è solo cibo, è "terrore, dignità, gratitudine, vendetta, gioia, umiliazione, religione, storia e, ovviamente, amore". Una volta diventato padre, Foer ripensa a questo insegnamento e inizia a interrogarsi su cosa sia la carne, perché nutrire suo figlio non è come nutrire se stesso, è più importante. Questo libro è il frutto di un'indagine durata quasi tre anni che l'ha portato negli allevamenti intensivi, visitati anche nel cuore della notte, che l'ha spinto a raccontare le violenze sugli animali e i venefici trattamenti a base di farmaci che devono subire, a descrivere come vengono uccisi per diventare il nostro cibo quotidiano.
"L'uomo che parlava agli elefanti" Anthony Lawrence
Lawrence Anthony ha comprato insieme alla moglie Françoise una immensa riserva di caccia con l’idea di fondare un grande parco naturale. Da oltre un secolo non si vedono elefanti in quella zona dell’Africa, ma un giorno Lawrence riceve una telefonata che gli cambia completamente la vita: gli offrono di adottare un branco di elefanti “pericolosi”. Nel corso dei preparativi per il trasferimento il branco scappa, la matriarca e il suo cucciolo vengono uccisi, e gli elefanti superstiti arrivano alla riserva di Lawrence fortemente traumatizzati da questa esperienza. Non impiegano molto, tuttavia, per architettare un nuovo piano di fuga e una volta arrivati nella riserva scappano di nuovo e solo con molte difficoltà si riesce a riportarli indietro. Lawrence si affeziona al branco e decide di portare avanti la sua impresa per evitare la morte degli animali. Per aiutarli ad acclimatarsi nel nuovo territorio si accampa tutte le notti vicino alla loro recinzione. Inizialmente gli elefanti sono molto aggressivi, ma pian piano mostrano di riconoscerlo. Dopo che Lawrence decide di liberarli, gli elefanti bussano spesso alla sua porta per carezzarlo con la proboscide, e lo aspettano all’ingresso della riserva ogni volta che ritorna da un viaggio. La natura selvaggia e incontaminata dell’Africa fa da sfondo a questo affascinante incontro tra un uomo e un branco di elefanti possenti, testardi e dolcissimi.