The Story of Stuff - La Storia delle Cose
E' importante che lo guardiate, non si può vivere inconsapevoli di come vadano realmente le cose. Dobbiamo cambiare, urgentemente.
Annie Leonard ci spiega qual'è il problema della corsa al consumismo iniziata negli anni 50. L'uso e lo smaltimento di tutte le cose, nella nostra vita, ha un enorme impatto, ma la maggior parte di questo ciclo è nascosto alla nostra vista.
"The Corporation"
documentario sulle multinazionali
The Corporation è un documentario canadese del 2003, diretto da Mark Achbar e Jennifer Abbott e tratto dall'omonimo libro di Joel Bakan.
Le corporation sono oggigiorno persone giuridiche che hanno l'obbligo di mettere la tutela dei loro azionisti, cioè la realizzazione di un profitto, al di sopra di ogni altro obiettivo. Per questo, esse non hanno alcun interesse a salvaguardare la natura o il benessere dei lavoratori: ad essere danneggiata dall'opera delle multinazionali, quindi, è la società. Il documentario spiega questo fenomeno e lo illustra con vari esempi, che comprendono, fra l'altro: lo sfruttamento della manodopera, specialmente nei paesi centroamericani, portato alla luce dalle indagini del Comitato Nazionale Americano per il Lavoro; la sintetizzazione e la diffusione di sostanze chimiche pericolose per la salute, come il DDT e l'Agente Arancio, prodotto dalla Monsanto e usato in Vietnam dall'esercito americano; la somministrazione alle mucche di un ormone (l'rBGH della Monsanto, detto anche rBST o Posilac). Questa sostanza, considerata sicura dalla Food and Drug Administration (FDA), avrebbe dovuto aumentare la produzione di latte, ma invece ha provocato casi di mastite (infiammazioni delle mammelle) delle mucche, che a sua volta ha provocato l'infezione batterica del latte. Un programma di Fox News ne avrebbe dovuto parlare, ma la Monsanto, con l'appoggio della Fox stessa, l'ha censurato; l'inquinamento delle fabbriche e di allevamenti animali; la pubblicità rivolta ai giovani di oggi, più sofisticata e creata appositamente perché i bambini condizionino gli acquisti dei genitori. Le corporation fanno leva sulla loro vulnerabilità per vendere i propri prodotti e per creare un esercito di "piccoli consumatori" che hanno cieca fiducia nelle multinazionali; la diffusione di pubblicità occulta per introdurre un marchio nella vita quotidiana; il processo condotto dalla General Electric e dal prof. Chakrabarty contro l'Ufficio brevetti americano, che aveva rifiutato di brevettare un batterio geneticamente modificato. Prima di questo processo non era possibile brevettare esseri viventi, ma dopo la vittoria della multinazionale, questa regola è stata modificata e ora il divieto vale solo per la specie umana; le privatizzazioni dei beni pubblici, fra cui quella dei servizi idrici di una città boliviana (Cochabamba) che dava la possibilità a una multinazionale di distribuire l'acqua in cambio di un quarto del reddito dei cittadini, prevaricando, inoltre, i loro diritti. La popolazione si ribellò, ci furono degli scontri che provocarono numerosi feriti e un morto; la collusione fra le corporation e i regimi dittatoriali, specialmente fra l'IBM di New York e il Terzo Reich.
Particolarmente impietosa è l'analisi del comportamento delle corporation, che si rivela uguale a quello dello psicopatico:
« La domanda che spunta periodicamente è: "Fino a che punto la corporation può essere considerata psicopatica?". Se vediamo una corporation come persona giuridica, non dovrebbe essere tanto difficile mettere in parallelo la psicopatia dell'individuo con la psicopatia della corporation. Potremmo esaminare le caratteristiche di questo specifico disturbo una ad una, applicate alle corporation... Ne avrebbe tutte le caratteristiche. E infatti, sotto molti aspetti, la corporation risponde al prototipo dello psicopatico. »
(Robert Hare, psicologo dell'FBI)
Trovate il documentario completo qui in italiano http://www.youtube.com/watch?v=A6fVp1dnj0o&feature=related
e qui in inglese http://www.youtube.com/watch?v=2z-JVP6aAxs
Il sistema bancario e il debito pubblico
Berlusconi: augurio dalla Popolazione italiana
Il faticoso cammino del progresso.
Silvano Agosti
Walter ha superato i quarant’anni ma porta su di sé le caratteristiche degli adolescenti. Incerto nel concludere un pensiero, pronto a controbattere, timoroso ma anche audace, insomma gradevole per il prezioso territorio dell’amicizia.
Fin da ragazzo, essendo innamorato di una compagna di scuola affetta da grave miopia, si è dedicato al problema della vista e dopo anni di riflessione ha realizzato una macchina che, con una serie di vibrazioni emesse attraverso una cuffia, riesce a raggiungere le zone cerebrali preposte alla recezione delle immagini.
In questo modo, è possibile correggere le malformazioni visive di ogni tipo che fino oggi hanno sostenuto l’industria delle lenti a contatto e degli occhiali.
Il primo progetto è stato ricercare l’ex compagna di scuola, trovarla sempre bella e sempre miope e insieme a lei rivivere il forte sentimento di attrazione nato durante l’adolescenza.
Walter è riuscito in pochi giorni a correggere le malformazioni visive della ragazza e insieme hanno buttato ridendo gli occhiali nel fiume e lei, per gratitudine, gli ha dato un bacio, un vero bacio di passione amorosa, poi ha sussurrato che purtroppo non avrebbero potuto continuare a vedersi perché lei era innamorata di un uomo che l’aveva sempre rifiutata per via della sua miopia e di quelle lenti spesse come un fondo di bicchiere.
La ragazza ormai bellissima era certa che ora avrebbe potuto raggiungere il cuore dell’uomo che diceva di amare.
E così è stato. Ma dopo solo sei mesi di matrimonio perfettamente coincidenti con sei mesi di depressione del suo guaritore, la ragazza, libera e divorziata, è tornata a cercare Walter che, sull’onda del ritrovato amore, ha ripreso a occuparsi della sua macchina guaritrice.
Dopo la pubblicazione su una rivista scientifica dell’annuncio che con una nuova invenzione si poteva guarire chiunque da ogni maformazione visiva, cominciarono ad arrivare a Walter avvertimenti sulla necessità di tenere inutilizzata la sua macchina magica se ci teneva alla vita. Alcuni messaggi erano gentili e spiegavano che il suo utilizzo avrebbe messo sul lastrico migliaia di famiglie, che vivevano dei proventi diretti e indiretti della vendita di occhiali e lenti a contatto. Altri erano chiari “Vuoi vivere. Dimentica la tua invenzione.”
Così, come pegno d’amore, la ragazza ha chiesto a Walter di seppellire la macchina e così il profitto, già eterno nemico dell’uomo, si è rivelato, come spesso accade, nemico anche del progresso.
Fin da ragazzo, essendo innamorato di una compagna di scuola affetta da grave miopia, si è dedicato al problema della vista e dopo anni di riflessione ha realizzato una macchina che, con una serie di vibrazioni emesse attraverso una cuffia, riesce a raggiungere le zone cerebrali preposte alla recezione delle immagini.
In questo modo, è possibile correggere le malformazioni visive di ogni tipo che fino oggi hanno sostenuto l’industria delle lenti a contatto e degli occhiali.
Il primo progetto è stato ricercare l’ex compagna di scuola, trovarla sempre bella e sempre miope e insieme a lei rivivere il forte sentimento di attrazione nato durante l’adolescenza.
Walter è riuscito in pochi giorni a correggere le malformazioni visive della ragazza e insieme hanno buttato ridendo gli occhiali nel fiume e lei, per gratitudine, gli ha dato un bacio, un vero bacio di passione amorosa, poi ha sussurrato che purtroppo non avrebbero potuto continuare a vedersi perché lei era innamorata di un uomo che l’aveva sempre rifiutata per via della sua miopia e di quelle lenti spesse come un fondo di bicchiere.
La ragazza ormai bellissima era certa che ora avrebbe potuto raggiungere il cuore dell’uomo che diceva di amare.
E così è stato. Ma dopo solo sei mesi di matrimonio perfettamente coincidenti con sei mesi di depressione del suo guaritore, la ragazza, libera e divorziata, è tornata a cercare Walter che, sull’onda del ritrovato amore, ha ripreso a occuparsi della sua macchina guaritrice.
Dopo la pubblicazione su una rivista scientifica dell’annuncio che con una nuova invenzione si poteva guarire chiunque da ogni maformazione visiva, cominciarono ad arrivare a Walter avvertimenti sulla necessità di tenere inutilizzata la sua macchina magica se ci teneva alla vita. Alcuni messaggi erano gentili e spiegavano che il suo utilizzo avrebbe messo sul lastrico migliaia di famiglie, che vivevano dei proventi diretti e indiretti della vendita di occhiali e lenti a contatto. Altri erano chiari “Vuoi vivere. Dimentica la tua invenzione.”
Così, come pegno d’amore, la ragazza ha chiesto a Walter di seppellire la macchina e così il profitto, già eterno nemico dell’uomo, si è rivelato, come spesso accade, nemico anche del progresso.
Dipendenza da facebook,
"siamo lavoratori della grande ditta"
Facebook, non è vera privacy
Servizi come Facebook spesso consentono a sviluppatori esterni di aggiungere le proprie “applicazioni” al sito, nonché ai profili degli utenti. Tali applicazioni hanno sovente accesso ai dati personali e alle informazioni dei profili degli utenti. A questi viene richiesto di dare il proprio consenso alla condivisione delle informazioni personali e spesso possono scegliere quali elementi in particolare intendono condividere. Ma un’applicazione che si avvale di sofisticate tecniche di ingegneria sociale, come un trojan, può indurre un utente a divulgare praticamente tutti i propri dati personali.
Fortunatamente, organizzazioni come Facebook sono ora consapevoli di questi problemi e controllano manualmente qualsiasi applicazione prima di consentirne l’impiego nel proprio network. Tuttavia è ovvio che, come per qualsiasi altra azienda, le loro risorse sono limitate. Se si considera che attualmente su Facebook sono disponibili oltre 50.000 applicazioni, è chiaro che non tutto può essere analizzato a fondo quanto merita. Pertanto, dietro una qualsiasi applicazione, come ad esempio per la visualizzazione di una foto di un bel micetto ogni giorno, può benissimo nascondersi un programma che accede a tutti i dati personali dell'utente. La triste realtà è che al giorno d’oggi chiunque crei un'applicazione di questo tipo potrebbe integrarvi un backdoor che carica JavaScript da un server di terzi e s’impossessa di tutti i dati personali. Se l’autore è abbastanza abile, l’applicazione può sfuggire all’occhio attento dell’analista di Facebook!
Per l'utente medio, questi attacchi sono molto difficili da rilevare, poiché l'applicazione di terzi può integrarsi quasi alla perfezione nel sito di social networking fidato, tanto dal punto di vista estetico quanto da quello funzionale. Spesso neanche le soluzioni antivirus sono in grado di aiutare in ciò, visto che le applicazioni di terzi vengono eseguite dal lato server sulla rete di Facebook. Spetta dunque al sito di social networking eliminare queste minacce.
Tratto da:http://www.kaspersky.com/it/reading_room?chapter=207716897
CONSIGLIO: se avete un profilo facebook, andate su IMPOSTAZIONI APPLICAZIONI--->MODIFICA APPLICAZIONI--->PRIVACY. Noterete che anche se sulle impostazioni generali della privacy avete scelto l'opzione SOLO AMICI per tutto, in realtà le applicazioni (giochi, test, false curiosità sugli amici, etc.) rendono visibili le vostre informazioni (su profilo, foto, amici, pagine, link etc.) a TUTTI! Perciò con un po' di pazienza andate a modificare le impostazioni di ogni applicazione, specificando SOLO AMICI.
Preferibilmente rimuovete le applicazioni che non vi servono, io le ho eliminate TUTTE. Per farlo dovete cliccare su --->MOSTRA e scorrere tutta la tendina, dal primo all'ultimo.
Se ne deduce facilmente che è un processo ben lungi dall'essere semplice, e ormai ne conosciamo i motivi.
Fortunatamente, organizzazioni come Facebook sono ora consapevoli di questi problemi e controllano manualmente qualsiasi applicazione prima di consentirne l’impiego nel proprio network. Tuttavia è ovvio che, come per qualsiasi altra azienda, le loro risorse sono limitate. Se si considera che attualmente su Facebook sono disponibili oltre 50.000 applicazioni, è chiaro che non tutto può essere analizzato a fondo quanto merita. Pertanto, dietro una qualsiasi applicazione, come ad esempio per la visualizzazione di una foto di un bel micetto ogni giorno, può benissimo nascondersi un programma che accede a tutti i dati personali dell'utente. La triste realtà è che al giorno d’oggi chiunque crei un'applicazione di questo tipo potrebbe integrarvi un backdoor che carica JavaScript da un server di terzi e s’impossessa di tutti i dati personali. Se l’autore è abbastanza abile, l’applicazione può sfuggire all’occhio attento dell’analista di Facebook!
Per l'utente medio, questi attacchi sono molto difficili da rilevare, poiché l'applicazione di terzi può integrarsi quasi alla perfezione nel sito di social networking fidato, tanto dal punto di vista estetico quanto da quello funzionale. Spesso neanche le soluzioni antivirus sono in grado di aiutare in ciò, visto che le applicazioni di terzi vengono eseguite dal lato server sulla rete di Facebook. Spetta dunque al sito di social networking eliminare queste minacce.
Tratto da:http://www.kaspersky.com/it/reading_room?chapter=207716897
CONSIGLIO: se avete un profilo facebook, andate su IMPOSTAZIONI APPLICAZIONI--->MODIFICA APPLICAZIONI--->PRIVACY. Noterete che anche se sulle impostazioni generali della privacy avete scelto l'opzione SOLO AMICI per tutto, in realtà le applicazioni (giochi, test, false curiosità sugli amici, etc.) rendono visibili le vostre informazioni (su profilo, foto, amici, pagine, link etc.) a TUTTI! Perciò con un po' di pazienza andate a modificare le impostazioni di ogni applicazione, specificando SOLO AMICI.
Preferibilmente rimuovete le applicazioni che non vi servono, io le ho eliminate TUTTE. Per farlo dovete cliccare su --->MOSTRA e scorrere tutta la tendina, dal primo all'ultimo.
Se ne deduce facilmente che è un processo ben lungi dall'essere semplice, e ormai ne conosciamo i motivi.