Sono vegana, vi racconto il perchè.
Spesso e volentieri mi imbatto in siti che promuovono il vegetarianismo o il veganismo, ma in maniera sbagliata. Vi spiego: la Terra sussiste grazie a un enorme ciclo di catene alimentari, che prevede in alcuni casi un'alimentazione erbivora, in altri casi carnivora e infine onnivora; tutto ciò è assolutamente normale, fa parte della natura, per cui così come non consideriamo un mostro la leonessa che sbrana un cucciolo di gazzella per nutrire i suoi piccoli, allo stesso modo non dovremmo criticare l'uomo per il semplice fatto che si nutre di carne animale. Frasi come "La fetta di carne che stai per mangiare prima pascolava allegramente" o "Ricordati che ciò che mangi prima respirava" non mi convincono affatto, così come non mi convince la strategia che punta al valore affettivo che dobbiamo dare a un animale da macello, al pari di un animale domestico come può essere il nostro gatto o il cane o la cocorita. Decidere di non mangiare la capretta con cui si è cresciuti è una cosa che appoggio pienamente, così come non critico le tribù che venerano una particolare specie animale e ne vietano il consumo. Sono decisioni personali. Ciò che non condivido è far leva sulla sensibilità, considerando disumano il consumo di carne in generale.
Io considero disumano appropriarsi degli animali, rinchiuderli in allevamenti intensivi, e trattarli come se fossero degli oggetti, maltrattarli gratuitamente, ignorare i loro bisogni e malnutrirli solo perchè tutto questo porta profitto, per il solito concetto che sta alla base delle produzioni industriali.
Può darsi che i maltrattamenti mostrati in questi video (che spero di cuore guarderete) non siano diffusi in tutti i paesi, qui parla di allevamenti americani. Ma non potremmo mai esserne certi, perchè non sono (giustamente, per norme igieniche) aperti al pubblico. *
Vi consiglio un grande libro, di Jonathan Safran Foer "Se niente importa" che si è documentato personalmente sulle condizioni di vita degli animali destinati ad esser mangiati. Questo per dimostrarvi che non è soltanto una brutta fiaba quella che vi sto raccontando.
In conclusione, se mi venisse proposta una polpetta di carne del tutto biologica, da un contadino, la accetterei volentieri, l'importante per me è che l'animale abbia vissuto una vita dignitosa e che non sia morto al primo anno di vita, dopo esser stato fatto ingrassare a dismisura fino a non reggersi più in piedi.
Vorrei altresì incitarvi a un sano ed equilibrato consumo di carne, se non siete vegetariani, perchè anche questo incide molto sull'inquinamento ambientale e il surriscaldamento globale. Ricordatevi inoltre che sono sì, indispensabili le proteine, ma nella giusta misura, senza esagerare.
Se anche voi siete intenzionati a intraprendere una dieta vegan, vi consiglio questo prezioso sito: VegFacile che potrà accompagnarvi passo dopo passo nel vostro percorso, in maniera semplice e completa. Potrà aiutarvi a sfatare l'idea che i vegani si nutrino soltanto di aria e d'amore :)
* Purtroppo sono tenuta a rettificare quanto ho scritto in passato.
Ci sono adesso le dimostrazioni che queste realtà esistono anche in Italia.
In questo link http://vimeo.com/34602225 vengono mostrate le condizioni di "vita" delle galline allevate per le Uova Bruzzese, in Lombardia.
Io considero disumano appropriarsi degli animali, rinchiuderli in allevamenti intensivi, e trattarli come se fossero degli oggetti, maltrattarli gratuitamente, ignorare i loro bisogni e malnutrirli solo perchè tutto questo porta profitto, per il solito concetto che sta alla base delle produzioni industriali.
Può darsi che i maltrattamenti mostrati in questi video (che spero di cuore guarderete) non siano diffusi in tutti i paesi, qui parla di allevamenti americani. Ma non potremmo mai esserne certi, perchè non sono (giustamente, per norme igieniche) aperti al pubblico. *
Vi consiglio un grande libro, di Jonathan Safran Foer "Se niente importa" che si è documentato personalmente sulle condizioni di vita degli animali destinati ad esser mangiati. Questo per dimostrarvi che non è soltanto una brutta fiaba quella che vi sto raccontando.
In conclusione, se mi venisse proposta una polpetta di carne del tutto biologica, da un contadino, la accetterei volentieri, l'importante per me è che l'animale abbia vissuto una vita dignitosa e che non sia morto al primo anno di vita, dopo esser stato fatto ingrassare a dismisura fino a non reggersi più in piedi.
Vorrei altresì incitarvi a un sano ed equilibrato consumo di carne, se non siete vegetariani, perchè anche questo incide molto sull'inquinamento ambientale e il surriscaldamento globale. Ricordatevi inoltre che sono sì, indispensabili le proteine, ma nella giusta misura, senza esagerare.
Se anche voi siete intenzionati a intraprendere una dieta vegan, vi consiglio questo prezioso sito: VegFacile che potrà accompagnarvi passo dopo passo nel vostro percorso, in maniera semplice e completa. Potrà aiutarvi a sfatare l'idea che i vegani si nutrino soltanto di aria e d'amore :)
* Purtroppo sono tenuta a rettificare quanto ho scritto in passato.
Ci sono adesso le dimostrazioni che queste realtà esistono anche in Italia.
In questo link http://vimeo.com/34602225 vengono mostrate le condizioni di "vita" delle galline allevate per le Uova Bruzzese, in Lombardia.
"No grazie, preferisco non guardarlo."
Ma ci hai mai pensato che loro non potranno mai dire "No grazie"?
Non amputarmi il becco, grazie.
Non torturarmi a vita, grazie.
Non farmi vivere su chili di merda, in un piano inclinato
stretta ad altre galline isteriche e moribonde, fino a non poter respirare,
accecata dalla luce artificiale, sempre accesa
- quella del sole non l'ho mai conosciuta -
grazie.
Non imbottirmi di schifezze che mi gonfiano
finchè le zampe non possano più reggere il peso
grazie.
Se sai che sopravvivo a stento, con arti rotti e il dolore costante,
e per questo imbottita di antibiotici
ti ringrazio ancora.
Buon appetito, la mia carne sarà sicuramente sana, piena di adrenalina cattiva,
al sapore di tortura e morte agonizzata, odorante delle mie ferite che saranno
l'unico ricordo della Mia Vita.
Grazie
Non amputarmi il becco, grazie.
Non torturarmi a vita, grazie.
Non farmi vivere su chili di merda, in un piano inclinato
stretta ad altre galline isteriche e moribonde, fino a non poter respirare,
accecata dalla luce artificiale, sempre accesa
- quella del sole non l'ho mai conosciuta -
grazie.
Non imbottirmi di schifezze che mi gonfiano
finchè le zampe non possano più reggere il peso
grazie.
Se sai che sopravvivo a stento, con arti rotti e il dolore costante,
e per questo imbottita di antibiotici
ti ringrazio ancora.
Buon appetito, la mia carne sarà sicuramente sana, piena di adrenalina cattiva,
al sapore di tortura e morte agonizzata, odorante delle mie ferite che saranno
l'unico ricordo della Mia Vita.
Grazie
Se non trovi il coraggio di sapere come "vivono", con che coraggio compri gustose fette della loro tortura?
L’uso continuo di antibiotici negli allevamenti minaccia la salute umana
Di Adriana Doicaru – Agerpress Medipedia.ro
Tratto da http://www.comedonchisciotte.org/site/modules.php?name=News&file=article&sid=8490
Mentre l'Europa e negli Stati Uniti devono affrontare la minaccia di organismi che sono resistenti agli antibiotici, l’edizione del venerdì del quotidiano “The Independent” ha riportato che negli ultimi dieci anni tra gli agricoltori del Regno Unito è fortemente aumentato l'uso di farmaci che rischiano di sviluppare ceppi letali, che vanno a indebolire la possibilità dei medicinali di curare le malattie.
Negli ultimi dieci anni è aumentato fino a un massimo di otto volte l’utilizzo negli allevamenti di tre classi di antibiotici ritenuti dall’OMS "di notevole importanza per la salute umana": le cefalosporine, i macrolidi e fluourochinoloni. Nello stesso periodo, il numero di animali è diminuito del 27% nei suini, del 10% nei bovini e dell’11% negli uccelli.
Gli esperti dicono che l'agricoltura intensiva, che alleva migliaia di animali in condizioni di ristrettezza di spazio per la pressione esercitata sui prezzi dalle grandi catene di supermercati, consente all'infezione di diffondersi più rapidamente e necessità sempre di una quantità maggiore di antibiotici. L'impiego diffuso degli antibiotici negli animali da allevamento viene riconosciuto come un fattore importante nel facilitare lo sviluppo di batteri resistenti.
Il mese scorso, gli scienziati britannici hanno identificato un nuovo tipo di Staphylococcus aureus resistente alla meticillina, che è stato per la prima volta rintracciato in un gran numero di animali nelle fattorie britanniche. Anche se questo organismo può essere distrutto con la pastorizzazione, si teme che possa diffondersi dai bovini agli esseri umani.
I geni resistenti che fanno parte del corredo del ceppo tossico di E. coli possono trasferirsi ai ceppi residenti nell’uomo. La Germania è stata lo scorso mese il centro di diffusione di un virulento ceppo di E. coli resistente agli antibiotici, che ha ucciso 39 persone e ne ha causato il ricovero di altre 3300: anche la sua propagazione è stata attribuita a un uso eccessivo di antibiotici negli allevamenti.
Questo sviluppo sottolinea la minaccia globale portata dalla diffusione di organismi che non rispondono ai farmaci esistenti. Si stima che nell’Unione Europea ogni anno muoiano circa 25.000 persone a causa di infezioni batteriche che sono resistenti agli antibiotici, secondo i dati dell'OMS.
Gli ultimi dati rilasciati di venerdì dall’Health Protection Agency britannica mostrano un forte aumento dei batteri resistenti ai carbapenemici, un nuovo tipo di antibiotico potente, tanto da essere diventato un "problema globale di salute pubblica". Gli organismi resistenti sono stati per la prima volta individuati nel 2003 e in ben cinque casi nel 2007. Nel 2011 sono stati identificati fino a maggio 657 casi, una cifra doppia del totale del 2010. Alcuni pazienti hanno contratto una setticemia mortale.
L’HPA, l’Agenzia Europea dei Medicinali (EMEA) e gli scienziati indipendenti hanno messo in guardia sulla connessione tra l'uso delle moderne cefalosporine e l'incidenza di MRSA. Il consumo dei farmaci era legato alla presenza di organismi resistenti negli animali allevate, tra cui l’E. coli e la salmonella. Mark Holmes, docente di medicina veterinaria presso l'Università di Cambridge che ha guidato la ricerca sul nuovo tipo di MRSA, ha dichiarato: "Le cefalosporine sono tra gli antibiotici più efficienti e moderni e sono molto usati negli animali da allevamento. Forse dovremmo tornare a usarle solamente per gli esseri umani.''
La Norvegia, la Danimarca e la Svezia stanno introducendo normative severe sull'uso di antibiotici negli animali da allevamento, che richiederanno una diagnosi specifica da effettuare con prove di laboratorio per dimostrare quale tipo di antibiotico sia necessario. Ma in Gran Bretagna questi farmaci sono comunemente usati per evitare la mastite ai bovini, un'infezione della mammella che si verifica più frequentemente negli animali munti in modo eccessivo.
Secondo le parole di Holmes: "Siamo l'unico paese dell'Unione Europea che consente alle aziende farmaceutiche di vendere antibiotici direttamente agli agricoltori. Penso che sia ragionevole aspettarsi che le autorità debbano limitarne la vendita alle persone. Ci sono 18.000 i produttori di latte e molti a malapena riescono a guadagnarsi da vivere; per questo, andare da loro e dirgli di smettere di utilizzare gli antibiotici è ridicolo. Le autorità dovrebbero essere pronte a intervenire e dovrebbero trovare il modo migliore per proteggere gli allevamenti dai ceppi resistenti agli antibiotici."
”Soil Association” ha ''chiesto'' di porre fine all'uso routinario degli antibiotici negli allevamenti da latte e l'introduzione di test completi dell’MRSA per gli animali da allevamento, per i lavoratori agricoli, per il latte e la carne.
Richard Young, consulente per le politiche per l'associazione, ha detto che il uso sempre più diffuso degli antibiotici è stato causato dalle esigenze innaturali dell'agricoltura intensiva: "Il problema di fondo è che i supermercati vedono gli animali solo come ingranaggi di un processo industriale. I margini di profitto sono incredibilmente stretti. La maggior parte di questi problemi possono essere evitati con processo meno intensivi, in modo che gli animali rimangano naturalmente sani."
Gli scienziati hanno allertato sulla resistenza agli antibiotici da decenni, ma il problema si è acutizzato proprio quando il rilascio di nuovi farmaci è diminuito in modo sostanziale. In occasione di un incontro tenuto il mese scorso, l'OMS ha avvertito che l'uso sconsiderato degli antibiotici potrebbe far ritornare il pianeta alla condizione esistente prima della loro scoperta.
Un progetto di legge è stato presentato giovedì nel Senato USA per incoraggiare lo sviluppo di nuovi antibiotici contro le infezioni che resistono ai farmaci esistenti.